Storia di Capitanata

Domenica, Novembre 24, 2024

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CRD

Di seguito il link video della conferenza con Raffaele Nigro, scrittore, giornalista e saggista che il 25 maggio a San Severo ha tenuto un incontro con il CRD guidato da Dina Contò Orsi.

https://www.youtube.com/watch?v=-5n0-y3BtLM

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SAN SEVEROLo sbarco in Sicilia, la caduta di Mussolini e l’armistizio lasciano l’Italia stremata e divisa, mentre gli Alleati e i tedeschi si contendono palmo a palmo la penisola con scontri violenti, bombardamenti, stragi, rappresaglie, stupri, saccheggi, sfollamenti. Il peculiare percorso di uscita dalla guerra dell’Italia meridionale è il tema del libro Paisà, sciuscià e segnorine. Il Sud e Roma dallo sbarco in Sicilia al 25 aprile (Il Mulino), di Mario Avagliano e Marco Palmieri, che raccontano questo periodo attraverso una pluralità di fonti (lettere, diari, corrispondenza censurata, relazioni delle autorità italiane e alleate, giornali, canzoni, film) e che sarà presentato il 6 maggio 2022 alle ore 18 a San Severo presso l’Hotel Cicolella. Dopo i saluti e l’introduzione di Dina Contò Orsi, Presidente del CRD Storia Capitanata, Giuseppe Clemente dialogherà con Mario Avagliano e Marco Palmieri. Elena Carafa leggerà brani scelti dal libro e Nazario Tartaglione eseguirà canzoni dell’epoca.
Fame, disperazione, macerie e morte la fanno da padrone. Anche l’assetto istituzionale è segnato da una profonda frattura, tra il Regno del Sud e la Repubblica Sociale Italiana. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, gli Alleati sbarcano anche a Salerno e in Puglia per impadronirsi dei porti di Taranto, Bari e Brindisi, e la linea del fronte avanza lentamente da sud a nord. In questo periodo alla feroce occupazione tedesca del centro-nord si contrappone la convivenza forzata con i liberatori anglo-americani nel Mezzogiorno.
La ritirata e il breve periodo dell’occupazione tedesca del Sud lasciano sul terreno migliaia di morti: stati censiti 942 episodi di violenza e 2.623 vittime, per l’86% civili. A partire dal settembre del 1943 in Puglia e nel Mezzogiorno la popolazione gode dei primi sprazzi di libertà e di democrazia, ma al tempo stesso deve fare i conti con le ferite lasciate dal regime e dalla guerra ed è flagellata dalla fame, dalla mancanza di alloggi e di trasporti, dal caro-vita, dal mercato nero e dalla disoccupazione, soffrendo altresì per la lontananza dei reduci.
Il libro di Avagliano e Palmieri racconta anche molte vicende relative alla Puglia, dagli scontri per il salvataggio del porto di Bari sotto la guida del generale Bellomo al salvataggio del Palazzo delle Poste, con la partecipazione di militari e civili. Nel volume si parla anche degli episodi di resistenza a Bitetto, San Severo, Castellaneta, Serracapriola, Ascoli Satriano e Barletta, dove il comandante del presidio militare, il colonnello Francesco Grasso, viene arrestato dai tedeschi e deportato come internato militare, e del bombardamento tedesco del porto di Bari che nella notte dell’1 e 2 dicembre 1943 colpisce 20 navi italiane e alleate, una delle quali, la Liberty «John Harvey», contenente un carico segreto di 2 mila bombe con gas tossico all’iprite, provocando una strage di civili e militari. Ma si parla anche di Brindisi capitale d’Italia, del congresso di Bari (28-29 gennaio 1944), primo congresso libero dei partiti antifascisti, definito da Radio Londra «il più importante avvenimento nella politica internazionale italiana dopo la caduta di Mussolini», delle lotte contadine, della rinascita della stampa libera e delle vicende della Gazzetta del Mezzogiorno, della breve ma esaltante stagione di Radio Bari, con il gruppo di intellettuali provenienti da ogni parte d’Italia che, assieme a vari giovani pugliesi (tra cui Aldo Moro), danno voce all’Italia libera ma propongono anche inedite forme di intrattenimento, dei profughi ebrei che trovano riparo temporaneo in Puglia prima di partire per la Palestina e dei primi gruppi neofascisti che si formano in alcuni centri della regione.

Di seguito i video della presentazione:

PRIMA PARTE - SECONDA PARTE

 

 

 

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Sarà presentato martedì 14 settembre il libro di Giuseppe Clemente “La Capitanata tra rivoluzione e restaurazione (1820-1830)”. L’evento in presenza – organizzato dal Crd Storia Capitanata - è previsto alle ore 18, presso le Cantine d’Araprì a San Severo.

All’incontro, introdotto dalla presidente del Crd Dina Contò Orsi, sarà presente l’autore che dialogherà insieme a Carmine Pinto, docente dell’Università di Salerno e Direttore dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, e a Pasquale Corsi, Presidente della Società di Storia Patria per la Puglia.

Il libro alla luce delle più recenti acquisizioni archivistiche mette in evidenza il notevole contributo dato ai moti dal 1820-1821 dai carbonari della Daunia e restituisce alla memoria collettiva l’intensa attività cospirativa messa in atto nella dura repressione borbonica (che durò fino al 1830) da “empi soggetti” e “facinorosi sicari”, che chiedevano un governo costituzionale sul modello di quello previsto dalla Costituzione di Cadice del 1812.
Il volume è diviso in due parti: gli avvenimenti, in cui viene confrontato in modo speculare ciò che accadde a Napoli e i riflessi che ebbe in Capitanata, e i protagonisti, ossia le straordinarie figure che hanno vissuto e indirizzato gli eventi del Nonimestre e che ci hanno restituito le loro esperienze attraverso carte di archivio, atti giudiziari e memorie.

L’evento è organizzato in base alle recenti disposizioni in materia di sicurezza sanitaria.

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Si terrà martedì 24 ottobre, alle ore 18, la prossima conferenza con il Centro di ricerca e documentazione – Storia Capitanata.
Ospite dell’incontro è Werner Daum, Direttore del Centro regionale della FernUniversität di Karlsruhe e storico del Risorgimento italiano, che interverrà sul tema “Alle origini del liberalismo meridionale. La rivoluzione costituzionale del 1820-21 nel Regno delle Due Sicilie”.
Nell'Italia meridionale durante il regno di Gioacchino Murat (1808-15) nacque la Carboneria che in seguito si diffuse nella Romagna; di qui entrò in contatto con le sette democratiche dell'Italia del Nord, per poi diffondersi in Francia e in Spagna. All'azione della Carboneria si devono anzitutto i moti napoletani del 1820: sotto la guida di due ufficiali, Morelli e Silvati, i rivoluzionari riuscirono a ottenere la formazione di un governo costituzionale. Ma i protagonisti della rivoluzione costituzionale del 1820-21 nel Regno delle Due Sicilie dovettero far fronte a due grossi ostacoli: le grandi potenze europee, in modo particolare l’Austria, contrarie al modello costituzionale di Cadice, e i dissidi interni tra i liberali moderati e gli agitatori democratici, ognuno dei quali voleva imporre le proprie linee politiche nei nove mesi costituzionali. Ne seguirono numerosi fenomeni di protesta sociale più o meno organizzati e, generalmente, uno spirito pubblico sempre meno stabile e sempre più “oscillante”. Ma quello dei carbonari fu un successo di breve durata. Le divisioni interne e soprattutto l'intervento militare dell'Austria posero fine all'esperienza costituzionale.  Il prof. Werner Daum presenterà nel corso della conferenza con il Crd i risultati di una lunga ricerca sul Nonimestre costituzionale, pubblicati di recente anche in italiano.
L’evento è organizzato dal Centro di Ricerca e di Documentazione per la Storia della Capitanata in collaborazione con il comune di San Severo – Assessorato alla Cultura e avrà luogo presso la sala conferenze della Biblioteca comunale “Minuziano”, in largo Sanità a San Severo.

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“San Severo negli anni della Grande Guerra” è il tema della prossima conferenza organizzata dal Centro di Ricerca e Documentazione – Storia Capitanata in programma il 6 dicembre 2016, alle ore 18, presso la sala conferenze della Biblioteca comunale “Minuziano” di San Severo (largo Sanità). Sull’argomento relazionerà Giuseppe Clemente, presidente del CRD, che, un anno fa, ha dato ampio spazio alla tematica nel suo libro “I caduti di San Severo nella Grande Guerra”(1915-1918), per i tipi della CDP Service Edizioni, in cui concentrò la sua attenzione sui nati a San Severo caduti nel conflitto. Una full immersion nel periodo in cui San Severo e la sua popolazione affrontava e viveva il conflitto tra la povertà e il dolore di chi perdeva i propri cari al fronte. L’evento è organizzato dal Centro di Ricerca e di Documentazione per la Storia della Capitanata in collaborazione con il comune di San Severo – Assessorato alla Cultura.
Dopo la guerra, il 4 ottobre del 1923, venne inaugurato e dedicato ai soldati della Patria morti in guerra un monumento, significativo per la qualità delle sculture, realizzato dallo sculture ciociaro Amleto Cataldi (1882-1930). In piazza Allegato, accanto al Monumento ai Caduti ci sono anche quattro stele sulle quali sono stati incisi i nomi dei sanseveresi morti nella Grande Guerra. Con questo lavoro Clemente e il Crd Storia Capitanata hanno reso omaggio a questi eroi dimenticati andando a colmare a livello locale un vuoto nella memoria della Prima Guerra Mondiale.
Considerato uno dei maggiori scultori del primo ‘900, Cataldi, tra le altre, ha realizzato importanti opere in tutta Italia e all’estero. A lui si deve anche la “Vittoria alata”, il monumento ai caduti posizionato all’ingresso del cimitero di San Severo e la tomba monumentale di famiglia dell’On. Fraccacreta.

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Saranno presentati giovedì 28 aprile, alle ore 18, presso il Palazzo di Città di San Severo gli Atti del Convegno “I Celestini in Capitanata. Religiosità, arte, economia” (Editore CDP Service). Un'opera a più mani con relazioni di Pasquale Corsi (Celestino V e le origini del suo Ordine), Feliciano Stoico (San Giovanni in Piano, l’abbazia dimenticata), Giuseppe Piemontese (I Celestini a Monte Sant’Angelo), Giuseppe Clemente (La Vendita dei beni dei Celestini di San Severo, soppressi nel decennio francese), Mario Spedicato (Ascesa e declino di un monastero pugliese: Celestini di Lucera nel XVIII secolo), Nunzio Tomaiuoli (Il monastero di San Pietro Celestino in Manfredonia), Giovanni Di Capua (Palazzo Celestini a San Severo, architettura e arte).
Il testo, che fa riferimento al convegno del Centro di Ricerca e Documentazione per la Storia della Capitanata tenutosi in occasione del Bicentenario di Palazzo Celestini (1813-2013), consente al lettore di rievocare la storia dei Celestini in Capitanata e l’importanza che questa comunità monastica ha rivestito nella storia pugliese. Dal loro primo insediamento fino al fiorire dei loro maestosi conventi, quasi tutti soppressi con l’eversione della feudalità e quindi con il decreto del 13 febbraio del 1807.
Come spiega Milena Carafa, curatrice del volume «i locali dei conventi soppressi servirono a rimediare in parte alla grave carenza di strutture pubbliche e vennero destinati ad accogliere ospedali, scuole, orfanotrofi, caserme, carceri, tribunali, giudicati di pace, a ospitare gli stessi municipi e le intendenze di nuova istituzione». Un “passaggio” di fondamentale importanza non solo per la realizzazione di edifici di straordinaria fattura ma anche per la economia e la vita sociale del territorio. 
L’incontro prevede una visita di Palazzo Celestini, guidata da Giovanni di Capua. Successivamente, dopo i saluti di Francesco Miglio, Sindaco e Presidente della Provincia, e di Celeste Iacovino, Assessore alla Cultura, relazioneranno Giuseppe Clemente, Presidente CRD – Storia di Capitanata, Milena Carafa, curatrice del volume, e Pasquale Corsi, Presidente di Storia Patria per la Puglia.
L’evento è organizzato dal CRD - Storia di Capitanata e patrocinato dalla Città di San Severo – Assessorato alla Cultura.

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“Crocevia Adriatico: la Capitanata nei rapporti artistici tra Puglia e Dalmazia nell’età medievale” è questo il tema della conferenza organizzata dal Centro di ricerca e di documentazione per la Storia della Capitanata, presieduto da Giuseppe Clemente. A parlarne sarà Emanuela Elba, dottore di ricerca in Storia dell’arte comparata dei Paesi del Mediterraneo e assessore alla Cultura a Putignano (Bari), sua città natale.

Un legame di forte reciprocità lega sin dall’antichità i territori adriatici, entro i confini di uno spazio circoscritto e riservato in cui il mare non funge da elemento di separazione, ma semmai da fattore di unione. La conferenza intende approfondire il tema delle relazioni artistiche e culturali che collegarono in particolare la Puglia e la Dalmazia durante il Medioevo, portando l’attenzione su alcuni “itinerari di riflessione”, significativi per comprendere il ruolo svolto dalla Capitanata. L’incontro, patrocinato dal Comune di San Severo, si svolgerà presso la sala conferenze Biblioteca comunale “Minuaziano”, in largo Sanità a San Severo, il 4 febbraio, alle 18.

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